Secondo la medicina cinese la febbre sul labbro affiora quando sei confusa o non vivi fino in fondo le passioni.
Per quattro persone su dieci l’infezione da herpes labiale (o Herpes Simplex Virus HPV-1) è un disturbo ricorrente, favorito dalle lunghe esposizioni al sole, dall’avvicinarsi del ciclo o da un forte affaticamento fisico.
«La medicina ufficiale chiama in causa l’abbassamento delle difese immunitarie che spiana la strada ai virus erpetici, particolarmente aggressivi», spiega Carlo Di Stanislao, dermatologo e agopuntore.
Per la medicina cinese è la conseguenza di uno squilibrio energetico che indebolisce i meridiani di vescica biliare e milza-pancreas, gli organi collegati a questa area del viso.
«Un deficit provocato da preoccupazioni, confusione e mancanza di un orientamento nella vita che dà via libera all’attacco dei virus», continua l’esperto.
Non è un caso che l’herpes labiale colpisca soprattutto i giovani alle prese con precarietà e indecisioni e che poi in genere sparisca nell’età matura.
Secondo la medicina psicosomatica la febbre intorno alle labbra attacca una delle aree più sensibili del corpo, fortemente legata alla sessualità, come segno di una passione che non riesci a vivere fino in fondo, allora l’emozione negata si sfoga sulla pelle.
Come prevenirlo: se soffri di herpes prova a seguire il motto degli antichi maestri taoisti, wu wei, che significa lascia correre, non trattenere pensieri ed emozioni, fai affiorare liberamente i tuoi desideri più profondi; questo atteggiamento ti aiuterà a vivere con più serenità e a fare scelte consapevoli.
E’ importante anche quello che mangi: evita i cibi che creano ‘calore e umidità’, le condizioni che predispongono all’herpes (come latticini, fritti, grassi); abbonda, invece, con verdure e pesce che ‘rinfrescano’ l’organismo.
Sintesi dell’articolo di Rossana Cavaglieri, consulenza del professor Carlo Di Stanislao, dermatologo e agopuntore – fonte Starbene, giugno 2015
La redazione di Bellezza & Benessere consiglia il libro: Visceri e meridiani curiosi – di Carlo di Stanislao, Dante De Bernardinis e Maurizio Corradin