Rucola: dalle virtù così preziose!

Rucola: dalle virtù così preziose!

Quel giorno incontrai una buffa piantina. Ne strappai una foglia più incuriosito che arrabbiato.

Nella mia mente infantile decisi che era una specie di erba-lucertola. Senz’altro l’avevo mangiata con altra verdura, ma in quel momento mi parve del tutto nuova.

Più tardi tornai davanti a quella pianta che viveva tra il muro e l’asfalto per poterla guardare con calma. Aveva un gambo peloso, con strane foglie dentate e fiorellini bianchi dall’odore penetrante. Allora la mia ricerca non andò oltre.

In seguito scoprii che si chiama rucola o ruchetta (da noi rughetta).

Che è un’erba sia selvatica che coltivata, da mangiare con l’insalata per lo più a crudo. Appartiene alla famiglia delle Crucifere e può arrivare a circa 50 centimetri di altezza.

È facile trovarla in tutto il bacino del Mediterraneo, dal mare agli 800-1000 metri. Ama crescere vicino ai muri, alle macerie, nei prati incolti, negli orti abbandonati, anche se si adatta bene a ogni tipo di suolo, meglio se calcare, arido e brullo.

  • La varietà e la qualità del terreno influiscono sul gusto della rucola. Più la terra è asciutta e secca e più il sapore è intenso. Durante la bella stagione, in primavera e in estate, si schiudono dei fiori biancastri che a volte hanno riflessi gialli o rosa.

Per quanto riguarda la raccolta delle foglie non c’è un vero e proprio “momento balsamico”, quando la pianta contiene la più alta concentrazione di principi attivi, ma possono essere colte quando più ci fa comodo.

 

Virtù afrodisiache

Conosciuta da sempre è stata oggetto di studio fin dai tempi di greci e romani. Nel primo secolo Plinio, detto “il Naturalista” considerava la ruchetta un’erba afrodisiaca, in grado di risvegliare e stimolare la passione amorosa.

Probabilmente fu a causa di questa fama che in genere i monasteri non includono questa semplice erba tra quelle coltivate nei loro orti. La badessa Santa Ildegarda, grande esperta di medicina, nel Medioevo esortava le monache a preferire insalata e lattuga perché la rucola rendeva schiavi dei sensi.

Proprietà curative

Foglie e radici sono le parti maggiormente impiegate per combattere malanni e disturbi. Le doti di pianta afrodisiaca sono state confermate da eminenti uomini di scienza come Jean Valnet, medico e erborista francese del secolo scorso.

  • Le foglie favoriscono sia l’appetito che la digestione.
  • Sono un toccasana per il fegato e facilitano la diuresi.
  • Hanno un’azione carminativa, cioè contribuiscono a ridurre i gas intestinali.
  • Già la medicina popolare affermava che il succo fresco di rucola è ottimo come espettorante perché favorisce l’espulsione del catarro dai bronchi e dalla trachea. Anche questa intuizione è stata ribadita dalla scienza moderna.
  • Nella ruchetta sono contenuti minerali come potassio, fosforo, ferro, calcio oltre alla vitamina C.

Nel passato si usava per contrastare lo scorbuto, malanno dovuto a mancanza di acido ascorbico (vitamina C) indispensabile per denti e ossa.

Per uso esterno può essere utile in caso di emergenza per medicare piccole ferite. Naturalmente se si può disporre di disinfettante non è il caso di fare esperimenti.

  • Mescolando la rucola alla bardana e alle radici di ortica si ottiene una pasta adatta a strofinare i capelli in caso di seborrea.
  • Se ci sentiamo stressati e irritati si può bere sotto forma di tisana insieme a menta e santoreggia per avere un piacevole effetto rilassante.

Se qualcuno volesse cimentarsi nella raccolta di questa o di altre erbe selvatiche sono necessari alcuni accorgimenti.

  • Si deve valutare bene il luogo dove cogliere le piante. Evitare la vicinanza di fonti d’inquinamento come fabbriche, officine, strade, fogne, campi coltivati per la presenza di pesticidi. Scegliere l’erba giusta. A volte una somigliante può essere velenosa.

Raccoglierla quando è maggiore la presenza di principi attivi. I fiori si prendono poco prima della fioritura, le foglie durante la crescita, le radici in autunno. Ultima raccomandazione: informarsi sulle leggi che regolano la raccolta. Alcune specie non possono essere colte, altre solo in minima parte.

 

Fonte: “Rucola: dalle virtù così preziose!” è un estratto da un articolo di Gennaro Sportiello, tratto da Verdetà, bimestrale maggio 2020 – pensionati CNA
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