Qualsiasi emozione, sia essa provocata da rabbia, paura oppure gioia, suscita una reazione anche da parte del cuore. Si prova allora la classica sensazione di avere il “cuore in gola” e di percepire in modo netto il battito. In realtà non ci si deve allarmare.
Si tratta di una risposta fisiologica a tutte quelle situazioni che richiedono al muscolo cardiaco di “mettere i motori al massimo” e perciò di contrarsi in modo più brusco e frequente.
Come succede dopo uno sforzo fisico a seguito di un periodo particolarmente stressante, oppure quando si eccede con caffeina, fumo e alcol, e dopo un pasto consistente.
Un segnale inconfondibile di tachicardia è dato dall’impressione di avvertire nel cuore come un “frullo d’ali”. In questo caso, e solo in questo caso, si deve parlare di aritmia ipercinetica, ossia di tachicardia, termine questo troppo spesso usato in modo improprio.
I farmaci per contrastare la tachicardia, come i betabloccanti, devono essere prescritti dal cardiologo in base alle necessità del paziente.
Fonte: estratto da un bel servizio di Silvia Faccio su un vecchio numero di Benefit, giugno 2004
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