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Nutrition Foundation: l’aceto si conferma un ingrediente funzionale in grado di migliorare il controllo della glicemia post-prandiale!

L’aceto è da tempo studiato come ingrediente in grado di migliorare il controllo della glicemia post-prandiale nei soggetti sani; un’azione che sarebbe mediata principalmente dall’acido acetico, presente in tutti i tipi di aceto più comune, in percentuali variabili tra il 4 e l’8%.

  • Non è mai stato valutato, però, se il consumo di aceto al pasto abbia la stessa efficacia nei soggetti con prediabete o con diabete di tipo 2 conclamato e se il consumo costante di aceto possa essere in grado di influire positivamente  sull’omeostasi glicemica.

Questa review ha preso in esame tutti gli studi condotti sinora sull’argomento, per cercare di dare una risposta a entrambi i quesiti.

Dall’analisi dei dati disponibili emergono due risposte:

  1. l’aggiunta di aceto al pasto (come semplice condimento o come ingrediente di ricette complesse) è in effetti in grado di migliorare glicemia e insulinemia post-prandiali e questa azione è più evidente nei sani rispetto a chi soffre di pre-diabete (insulino-resistenza) o diabete;
  2. non sono tuttavia ancora stati condotti studi che permettano di dimostrare un effetto a lungo termine del consumo costante di aceto sull’omeostasi glicemica.

Di certo si sa che l’aceto agisce attivando i recettori del gusto presenti nelle cellule L intestinali, che reagiscono aumentando la secrezione di ormoni anoressizzanti, come il GLP-1 (glucagon-like peptide 1) e il PYY (peptide Y-Y). A livello generale, l’acido acetico riduce gli acidi grassi in circolo, migliorando il flusso ematico e l’utilizzo del glucosio (principale fonte di energia) da parte dei tessuti e contribuendo al controllo dell’appetito.

  • Gli Autori ricordano infine che, oltre alla presenza di acido acetico, tutti i tipi di aceto (a parte l’aceto bianco ottenuto per distillazione) possono vantare un buon contenuto di polifenoli, sostanze che potrebbero contribuire alle molte azioni positive di questo ingrediente.

Una ricerca di: Lim J, Henry CJ, Haldar S. Mol Nutr Food Res. 2016 May 23. doi: 10.1002/mnfr.201600121.

Fonte: Nutrition Foundation of Italy – a questo link trovi l’articolo originale, anche in inglese.

 

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