A sostenerlo è uno studio della National University of Singapore, Pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, che ha preso in esame il consumo di sei funghi molto usati nella cucina asiatica (l’Enokitake, che conosciamo come Flammulina velutipes; il Pleurotus ostreatus, detto orecchione o fungo ostrica; il Lentinula edodes; l’Agaricus bisporus conosciuto come champignon; i funghi secchi e quelli in scatola) da parte di oltre 600 anziani, seguiti per sei anni e sottoposti a batterie di test fisici e neuropsicologici.
L’ateneo asiatico, tra l’altro, sta pianificando una sperimentazione clinica con una sostanza estratta dai funghi, l’ergotioneina.
Fonte: Ok Salute e Benessere, maggio 2019
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