Sensibilità al glutine: da non confondere con allergia al grano e celiachia!

Attenzione, perché la sensibilità al glutine, pur essendo «cugina» dell’allergia al grano e della celiachia, non va confusa con queste due patologie.

L’ALLERGIA AL GRANO, presente nel 2-3% degli adulti, è una reazione allergica, come quelle che si verificano nel caso del polline, della polvere o dell’uovo, che si manifesta quando si ingeriscono prodotti contenenti anche solo tracce di glutine. Le proteine presenti in quest’ultimo scatenano una reazione da parte del sistema immunitario che, considerandole agenti allergenici, produce anticorpi del tipo immunoglobuline E (IgE), mirati a combatterle.

Ne deriva un’infiammazione, con sintomi più o meno immediati. quali dolori addominali, diarrea, nausea, oppure prurito, orticaria diffusa con pomfi sulla pelle, gonfiore delle mucose, oppure sintomi respiratori.

Inoltre, una volta manifestata, la reazione allergica si ripresenterà tutte le volte che la persona ingerirà sostanze contenenti frumento. La diagnosi si effettua attraverso test cutanei allergologici (prick test) insieme a specifici esami del sangue.

Il solo rimedio è eliminare il glutine dall’alimentazione.

LA CELIACHIA, presente nell’1% della popolazione, è una infiammazione cronica dell’intestino, che si manifesta solo in chi è geneticamente predisposto. In questi casi, l’ingestione di glutine provoca una reazione anomala del sistema immunitario, che produce anticorpi, le IgA e le IgG, che aggrediscono con forza la prima parte dell’intestino (intestino tenue), in particolare i villi. Infiammandosi, questi ultimi regrediscono in misura proporzionale alla gravità della celiachia, atrofizzandosi e compromettendo così la loro capacità di trasportare le sostanze nutritive.

La diagnosi si effettua con esami specifici, cioè il dosaggio degli anticorpi verso il glutine, degli anticorpi anti transglutaminasi e altri, fino al prelievo di piccoli frammenti di tessuto (biopsia) della prima parte dell’intestino tenue (duodeno) per accertare la riduzione o la scomparsa dei villi.

L’unico rimedio è attualmente quello di evitare di mangiare prodotti che contengono glutine, prestando attenzione anche alla minima contaminazione.

Per favorire l’aderenza alla dieta, il Servizio sanitario nazionale assicura ai celiaci un bonus mensile di circa 140 euro per l’acquisto di prodotti gluten free.

 

Fonte: un bel servizio di Paola Arosio su Ok Salute e Benessere, febbraio 2019

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