È risaputo che i batteri presenti nell’intestino influenzano il benessere generale dell’organismo.
Recenti studi condotti negli Stati Uniti e in Belgio hanno però indagato il rapporto specifico tra salute del microbiota intestinale e funzionamento del cervello (inclusi comportamento e umore), evidenziando come alcune forme depressive possano associarsi alla carenza di specifici microrganismi della flora batterica, che producono sostanze neuroattive (come la dopamina) e possono influenzare il sistema nervoso.
Serviranno ulteriori osservazioni, ma se i risultati saranno confermati, in futuro i trattamenti antidepressivi potrebbero basarsi meno sui farmaci e più sulla dieta.
Essa dovrà puntare al buon funzionamento dell’intestino, grazie ad alimenti ricchi di probiotici (batteri benefici che si trovano nello yogurt, nel kefir, nel tempeh, nel kombucha, nei crauti e in altri cibi fermentati) e di fibre che nutrono la flora intestinale, presenti in legumi, cereali, frutta secca, cipolla e porri, topinambur, asparagi, aglio.
Fonte: tratto da un bel servizio della dottoressa Chiara Orsetti, biologa nutrizionista a Conegliano (Tv), e di Elena Panizza e Massimiliano Travaini, nutritional coach a Rozzano (MI) – Viversani e Belli, 15/08/19
Fonte immagine: Salute Mentale Psicologia Malattia – Grafica vettoriale gratuita su Pixabay
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