Si ricava dalle piante delle specie Vitellaria paradoxa e Vitellaria nilotica ed è un alleato di bellezza sempre più apprezzato: soprattutto, quando, come in inverno, la pelle reclama una dose extra di nutrimento.
I frutti del karité si raccolgono secondo il metodo di lavorazione tradizionale; il nocciolo viene, poi, privato della polpa, frammentato, spezzato e macinato e se ne ricava così una pasta spessa. Alla pasta viene, poi, aggiunta acqua; il composto viene bollito e filtrato per eliminare ulteriori impurità.
Il burro non raffinato che si ricava da questo processo ha un colore che va dal bianco avorio al giallo intenso, a seconda dei carotenoidi contenuti; il profumo può ricordare quello della cioccolata.
Come riconoscerne la presenza in un prodotto? Dal suo nome INCI, butyrospermum parkii butter.
Tratto da un articolo di Francesca Solari, su Vero Salute, febbraio 2018 (con la consulenza della dottoressa Daniela Pisacane, dermatologa).
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