I momenti di solitudine, di smarrimento, di senso di irrealtà, prima o poi mettono alla prova chiunque: da chi decide di mettere la parola fine a un matrimonio (perdendo anche una rete di amicizie e affetti), a chi smette di lavorare perché ha raggiunto l’età della pensione e si sente “abbandonato” a casa, fino a chi ha perso una persona cara.
Vip o persone comuni che siano, lo sgomento per il futuro e la domanda che ci si pone sono gli stessi: “E adesso, che cosa sarà di me?”.
La solitudine è una compagna che di sicuro prima o poi verrà a (ri)trovarci, a volte senza nemmeno un preavviso.
- «Oggi, per il continuo bisogno di essere presenti e visibili da qualche parte, per questa insaziabile bulimia relazionale, la solitudine è considerata un tabù» commenta la dottoressa Nicoletta Travaini, psicoterapeuta, specialista in Psicosomatica e Pnei (Psico-neuro-endocrino-immunologia).
- «Invece, dovremmo rileggerla sotto un’altra luce, perché quello spazio vuoto è pieno di potenzialità» assicura l’esperta.
Fonte: tratto da un articolo di Antonella De Minico su Viversani e Belli, 24/03/17 – con la consulenza della dottoressa Nicoletta Travaini, psicoterapeuta a Milano