Se l’asma toglie il respiro!

Fonte immagine: https://www.hsr.it/dottori/george-cremona

 

Tosse secca stizzosa, respiro con fischio o sibilo e senso di costrizione al petto, “fame” d’aria. L’asma si manifesta con questi sintomi, che hanno un andamento variabile, ed è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree caratterizzata da ostruzione al flusso d’aria verso i polmoni.

Nelle diverse stagioni, i sintomi descritti vengono acutizzati da pollini, polveri, acari, agenti atmosferici, sostanze chimiche o fumo di sigaretta. Inoltre, l’aria freddo-umi-da e il vento, così come il calore eccessivo e troppo secco di certi ambienti interni surriscaldati, possono essere responsabili del peggioramento del disagio, a volte con crisi acute improvvise: queste ultime possono durare da pochi minuti ad alcune ore e sono accompagnate dai sintomi caratteristici citati, conseguenze del broncospasmo in cui aumenta il tono della muscolatura dei bronchi e ne diminuisce il calibro.

  • «Si tratta di un gruppo di malattie in cui l’infiammazione cronica delle vie aeree ha manifestazioni diverse e, probabilmente, anche meccanismi differenti – spiega il dottor George Cremona, responsabile dell’Unità funzionale di Pneumologia e Fisiopatologia respiratoria dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. – La patologia consiste in una reazione anomala delle vie aeree in risposta a stimoli irritativi, tra i quali appunto i rigori invernali, le infezioni e l’esposizione ad allergeni. Si manifesta per lo più in modo intermittente, con periodi di benessere e altri in cui i sintomi tornano a farsi sentire. Ciò si traduce spesso in una difficoltà nel gestire la malattia.

Quanto alle cause, sappiamo che esiste una componente genetico-familiare, e che in certi casi giocano un ruolo le infezioni, soprattutto virali, acquisite in età prescolare. Nelle forme allergiche, per contro, si è formulata la cosiddetta ipotesi igienica, per cui sembra che crescere in un ambiente fin troppo pulito, con pochi fratelli e dove si usano facilmente antibiotici, quindi più protetto da infezioni soprattutto in età giovanissima, può forse essere determinante per un anomalo sviluppo del sistema immunitario.

Ma i meccanismi che determinano la malattia non sono ancora del tutto noti. Negli ultimi anni lo sforzo è stato quello di individuare i vari sottogruppi o fenotipi di asma e i meccanismi che li determinano: infatti esistono casi che si presentano da bambini, altri più spesso in donne sulla cinquantina, altri ancora legati all’obesità e così via».

NON SOLO AL BISOGNO «Per far fronte ai sintomi è opportuno evitare il più possibile l’esposizione ai vari stimoli irritativi, – prosegue lo specialista. – Nelle giornate più fredde, umide e a maggior inquinamento, dunque, è meglio restare il più possibile al chiuso. Inoltre, le infezioni virali come l’influenza possono peggiorare i sintomi o scatenare crisi acute, perciò è bene sottoporsi ogni anno alla vaccinazione antinfluenzale.

Ma, soprattutto, bisogna evitare di interrompere le cure prescritte, come purtroppo fanno molti asmatici quando stanno bene, aprendo negli anni la via al peggioramento della malattia e all’ostruzione progressiva delle vie aeree.

La terapia si avvale di broncodilatatori in spray, di cortisonici e antileucotrieni, meno potenti del cortisone, ma privi dei suoi effetti collaterali. Per alcune forme sono efficaci i farmaci biologici. Attenzione, però, a non fare uso solo di medicinali sintomatici al bisogno, escludendo quelli di base: la malattia può peggiorare e rischiare di diventare meno suscettibile alle terapie».

 

Fonte: un bell’articolo di Emilio De Paoli, tratto da Intimità, 26/12/18

 

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