Quando il colesterolo è cattivo, abbassiamolo con le statine…

È ormai documentato in modo incontrovertibile che il rischio di mortalità e di morbilità cardiovascolare sono direttamente proporzionali ai livelli di colesterolo LDL (il colesterolo comunemente indicato come “cattivo”).

Numerosi studi dimostrano inoltre che il rischio cardiovascolare di un paziente diabetico è pari di quello di un soggetto non diabetico, ma con un pregresso infarto.

I diabetici dislipidemici sono dunque doppiamente in pericolo: coesistono infatti due condizioni predisponenti alle patologie cardiovascolari (infarto, ictus, arteriopatia), costituite dallo stesso diabete e dall’elevato colesterolo LDL.

Il rischio rilevante di patologie cardiovascolari richiede pertanto che, nei soggetti diabetici, il colesterolo LDL sia nettamente inferiore al normale: più precisamente l’obiettivo per il colesterolo LDL  inferiore a 100 mg/dl nei diabetici non complicati e addirittura inferiore a 70 mg/dl nei diabetici con preesistenti complicanze cardiovascolari (infarto, ictus, arteriopatia obliterante).

  • Quando i precedenti valori non sono raggiungibili unicamente con uno stile di vita ideale (dieta e attività fisica), diventa subito necessaria l’adozione di una terapia ipolipemizzante.

Tale terapia deve necessariamente includere farmaci come le statine (pravastatina, lovastatina, simvastatina, atorvastatina, rosuvastatina), la cui efficacia e sicurezza sono ampiamente dimostrate.

L’impiego di sostanze vegetali, ammesso che risulti altrettanto efficace per quanto riguarda la riduzione del colesterolo, non presenta una significativa e documentata capacità di ridurre il rischio cardiovascolare (non esistono studi a proposito).

In altri termini, la leggenda urbana secondo la quale “i prodotti vegetali o omeopatici sono equivalenti alle statine” non è veritiera: un prodotto vegetale può anche abbassare il colesterolo, ma non è in grado di difenderci dall’infarto e dall’ictus, o per lo meno non con un’efficacia pari a quella delle statine.

 

Un articolo del Dottor Sergio Di Lembo, endocrinologo, specializzato in diabetologia – Tratto da Vero Salute, luglio 2015




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