Il tarassaco è una delle piante officinali più comuni: è diffuso ovunque, nei prati e nei boschi, dal mare alla montagna.
Il nome comune del tarassaco ‘dente di leone’, risale al 1.400 e si deve a un medico che paragonò la forma delle foglie della pianta a quella dei denti del leone.
Il tarassaco è una pianta erbacea perenne, con le foglie disposte a rosetta alla base, a volte prostrate, a volte erette, lanceolate e variamente dentate, spesso con l’apice triangolare.
I fiori sono gialli, riuniti in capolini singolarmente portati da scapi fiorali scavi, alti anche più di 30 cm.
La fioritura avviene dalla primavera fino all’autunno inoltrato.
I frutti sono acheni muniti di pappo (sorta di piumino che si libera nell’aria); i frutti giunti a maturazione formano, raggruppati, una sfera impalpabile.
Tutta la pianta contiene un lattice biancastro e appiccicoso che può risultare leggermente irritante per la pelle.
La parte utilizzata è quella sotterranea, costituita dal rizoma verticale e dalle radici a fittone.
La raccolta si effettua all’inizio della primavera, prima della fioritura, oppure, in tardo autunno, quando comincia il periodo di riposo vegetativo della pianta.
I principi attivi più importanti contenuti nel tarassaco sono glicosidi amari, tannini, triterpeni, un alcaloide denominato taraxina, inulina, colina e asparagina.
Le sostanze hanno un’azione tonica sul fegato, facilitano il flusso della bile, stimolano blandamente l’intestino e la diuresi.
Fonte: Casa in Fiore, gennaio 2001
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