C’è un diabete un po’ speciale: è quello gestazionale che indica l’incapacità dell’organismo in dolce attesa di smaltire o gestire adeguatamente la concentrazione di zuccheri presenti nel sangue, soggetta a cambiamenti a seguito del nuovo assetto ormonale.
Al controllo glicemico contribuiscono anche gli ormoni della placenta che hanno il compito, in questa particolare fase della vita della donna, di contrastare l’azione dell’insulina prodotta dalla mamma, per garantire il necessario apporto di calorie al feto.
Accade però che nel 7-14% delle donne in attesa, specie se in sovrappeso, con età superiore ai 35 anni, familiarità con diabete di tipo 2 (al quale il diabete gestazionale assomiglia), questo meccanismo naturale si inceppi, esponendo la mamma a un maggiore rischio di parto pretermine o aborto spontaneo e di sviluppare diabete di tipo 2 entro 5-10 anni dal parto, e il feto a possibili rischi, anche seri, tra cui alcuni disturbi cardiovascolari, o forme di diabete nell’infanzia e in età adulta.
Tuttavia un adeguato monitoraggio dei livelli di glicemia e una correzione dello stile di vita possono favorire il miglior controllo del diabete gestazionale.
Fonte: un articolo del professor Enrico Ferrazzi, Direttore dipartimento Ginecologia e Ostetricia, Mangiagalli Center, Milano – tratto da Dimensione Benessere, gennaio 2018