Ciliegia indicata per chi ha il diabete?

Ciliegia indicata per chi ha il diabete?

La ciliegia è indicata a chi soffre di diabete?

Risponde la Dottoressa Roberta Martinoli…

La bellissima pianta dal nome Prunus avium produce un frutto dal sapore dolce, a volte dolcissimo. Il Prunus avium appartiene alla famiglia delle Rosaceae, la stessa di cui fanno parte il melo, il pero, il pesco, il susino, il nespolo, il sorbo, l’albicocco e il cotogno.

  • L’89% dell’apporto calorico è legato agli zuccheri semplici contenuti nel frutto: 100 g di ciliegie forniscono circa 38 kcal e una buona quantità di potassio (229 mg), di calcio (30,0 mg) di fosforo (18,0 mg) e di magnesio (11,0 mg).

Su 100 g di parte edibile 86,20 sono fatti di acqua e 1,30 di fibre alimentari.

 

Il diabete è legato ad una instabilità dei livelli di zuccheri nel sangue.

 

Alla base vi sono l’alterata secrezione di insulina e la ridotta sensibilità dei tessuti bersaglio (muscolo, fegato e organo adiposo) alla sua azione (condizione nota come insulino-resistenza).

  • Ricordiamo che l’insulina è il principale ormone che regola l’ingresso di glucosio dal sangue nelle cellule.

Se la sua sintesi è carente oppure se le cellule sono insensibili alla sua azione, il glucosio rimarrà in circolo (iperglicemia) finendo con il complessarsi con le proteine ematiche. È così che hanno origine i prodotti di glicosilazione avanzata (AGE, Advanced Glycation End-product) che precipitando a livello dei vasi causano macro e micro-angiopatia (il deficit di circolo che ne consegue porta al danno renale, cardiaco, oculare e così via dicendo).

L’obesità viscerale riveste un ruolo centrale nell’instaurarsi del diabete. Gli adipociti che risiedono in questa sede producono infatti sostanze pro-infiammatorie (in particolare TNF-alfa e IL-6) che concorrono allo sviluppo dell’insulino-resistenza.

Dunque tutto sembra girare intorno al glucosio e agli zuccheri semplici. Ma cosa c’è di più dolce di una bella ciliegia matura?

  • Lecito dunque domandarsi se questo frutto sia indicato anche a chi soffre di diabete. La risposta è sì a patto di non eccedere con le quantità perché come si suol dire “una ciliegia tira l’altra”.

Oggi si sente tanto parlare di indice e di carico glicemico ma pochi ne comprendono il senso. L’indice glicemico è la velocità con la quale 50 g di carboidrati provenienti da un determinato alimento sono capaci di far aumentare la glicemia rispetto a 50 g di carboidrati provenienti da un alimento standard che di solito è il glucosio o il pane bianco (indice glicemico pari a 100).

In altri termini per calcolare l’indice glicemico dei vari alimenti qualcuno si è preso la briga di estrarre 50 g di zuccheri dalla cicoria, piuttosto che dalle banane o dalle rape rosse (mi domando quante rape rosse debbano essere state sacrificate allo scopo)!

L’altro concetto è quello di carico glicemico: esso esprime la quantità effettiva di carboidrati glicemizzanti (cioè in grado di far aumentare la glicemia) presenti in circolo dopo due ore dal pasto.

Per ottenere questo valore basta moltiplicare l’indice glicemico per la quantità di alimento che stiamo mangiando.

Come suggerisce il buon senso se lo scopo è quello di tenere sotto controllo la glicemia la quantità di ciò che si mangia è più importante del suo indice glicemico.

Fino a 40 l’indice glicemico è considerato molto basso, da 41 a 55 è considerato basso, da 56 a 69 è considerato moderato, da 70 in su è considerato alto!

Utilizzando questi concetti molti alimenti sono stati banditi dalla dieta dei diabetici perché accusati di avere un alto indice glicemico. Quello che si trascura di considerare è che gli alimenti di origine vegetale contengono una quantità di acqua e di fibra tali che per ingerire 50 g di zuccheri ad esempio con le carote bisognerebbe mangiarne diversi chili!

Più corretto sarebbe moltiplicare il carico glicemico per un coefficiente compreso tra 0 e 1 che riflette l’effettiva percentuale di zuccheri presente nel cibo in oggetto.

 

Le ciliegie hanno un indice glicemico pari a 22 e quindi rientrano tra gli alimenti con indice glicemico molto basso.

  • Così se un diabetico mangia 100 g di ciliegie si espone ad un carico glicemico di 220. Ma poiché la percentuale di zuccheri per 100 g di ciliegie è di 12,5%, dopo due ore dall’ingestione nel sangue ci saranno appena 26,4 g di zucchero in più (22x100x0,125) e non 220! Il glucometro ce ne darà conferma!

Seguendo lo stesso ragionamento molti altri alimenti di origine vegetale possono essere riammessi a pieno titolo nell’alimentazione del diabetico! E questo anche in ragione dell’alto valore nutrizionale e dell’azione antiossidante.

 

Lo stress ossidativo è uno dei fattori causali dell’insulino-resistenza e del diabete.

 

Frutta e verdura apportano grandi quantità di antiossidanti.

Il test ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity) ci consente di misurare l’azione antiossidante di alimenti e integratori e si basa sulla capacità di una sostanza antiossidante di inibire la degradazione ossidativa di una molecola fluorescente provocata dalle specie reattive dell’ossigeno.

L’indice ORAC di 100 g ciliegie è pari a 3747 unità!

Per contrastare i danni ossidativi si consiglia di assumere almeno 2000 Unità Orac/die. 100 g di ciliegie ne forniscono quasi il doppio!

  • Dunque a chiunque sia in condizioni di dover tenere a bada la glicemia dico di mangiare tranquillamente le ciliegie, ma anche le mele, il melone, l’anguria e così via dicendo!

Un Guest post della Dottoressa Roberta Martinoli

 




 

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La Dottoressa Martinoli si occupa di Nutrizione da ben 15 anni. Conosce molto bene il disagio sofferto dalle persone con problemi di peso, dal momento che Lei stessa, in un periodo della sua vita, ha sfiorato l’obesità.

Le piace puntualizzarlo perché l’aver avuto un’esperienza simile condiziona il modo in cui si rapporta con i suoi pazienti.

  • Ma non ha studiato Nutrizione per risolvere i suoi problemi di peso. Quando si è iscritta alla Facoltà di Nutrizione Umana aveva già una laurea in Scienze Agrarie e un Dottorato di Ricerca e aveva da tempo risolto i suoi problemi di sovrappeso grazie ad una regolare ed appassionata attività fisica.

La Dottoressa Martinoli è sposata ed ha due bimbi. È una donna molto attiva: le piace sempre tanto studiare e fare sport, e svolge con passione la sua professione.

Per contattare la Dottoressa Roberta Martinoli:

 

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