Abbronzatura? Sì, ma con molta attenzione…

  • Il colore che il sole genera sulla nostra pelle è considerato oggi una caratteristica estetica importante, contrariamente al passato quando era la pelle candida ad essere considerata “bella”.
  • Il sole ci fa bene e aiuta il nostro organismo: una regolare esposizione alla luce del sole di circa 10 minuti al giorno, meglio se durante una passeggiata e non semplicemente fermi sul lettino da sole, è sufficiente per permettere al nostro organismo la produzione della vitamina D necessaria al suo corretto funzionamento.
  • Ma l’eccessiva esposizione alla luce solare, senza opportune precauzioni, fa male. I raggi ultravioletti (sia che provengano dal sole che da lampade abbronzanti) possono danneggiare il DNA nei melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina, il pigmento che colora l’epidermide, provocando l’insorgenza di melanomi, cioè un particolare tipo di tumori della pelle. Sì tratta, in effetti, di un meccanismo noto da tempo; quello che ancora non si sapeva, però, è che l’effetto patogeno dei raggi ultravioletti si spinge ben oltre il periodo di effettiva esposizione alla luce. Come hanno scoperto i ricercatori della Yale University, la maggior parte dei danni sembra affermarsi diverse ore dopo l’esposizione.
  • Occorre dunque non trascurare mai la protezione della pelle, a qualunque età e in qualunque condizione di esposizione al sole. Non va dimenticato infatti che il sole in montagna abbronza molto: più saliamo di quota, meno atmosfera c’è che ci protegge dalle radiazioni solari…

Fonte: Natù, n° 3/2015

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